Il periodo della Settimana Santa, a Sorrento e dintorni, è ricco di appuntamenti e funzioni religiose capaci di procurare ineguagliabili suggestioni.
Basti pensare alle rappresentazioni storiche della Via Crucis e le processioni di incappucciati che si snodano lungo le strade della Costiera sorrentina.
In Penisola Sorrentina, tuttavia, in occasione della Domenica delle Palme, insieme alla consueta benedizione di rami d’ ulivo, talvolta adornati con nastri colorati e piccoli formaggi – vive un’usanza antica che unisce sacro e profano: la benedizione delle palme di confetti.
Lungo il periodo della Quaresima, in quasi tutte le case ci si adopera per la realizzazione di questi piccoli oggetti d’arte.
Alberelli, rami, cestini, bouquet o singoli fiori: ogni palma esprime la gioia del ritorno della primavera e della Vita, attraverso colori tenui o pastello.
Non esistono regole precise nè limite alla creatività: tutto ciò che occorre sono del filo di ferro sottile, una candela, confetti di tipo “cannellino” e a mandorla (o cioccolato), nastrifoglie e fiori di carta.
La leggenda della schiava saracena
Secondo leggende popolari, infatti, i confetti sarebbero arrivati per la prima volta nella Terra delle Sirene grazie ad una schiava saracena.
La Domenica delle Palme del 1551 il popolo sorrentino era radunato per la consueta benedizione. Tuttavia all’orizzonte s’intravedevano le navi turche che facevano rotta verso la costa.
La gente, impaurita, pregò di essere risparmiata dall’invasione.
Per prodigio, un’improvvisa tempesta s’abbattè sulle navi nemiche: non ne scampò nessuna.
Un pescatore che si trovava sulla spiaggia di Marina Grande, però, vide che le onde sospingevano verso la spiaggia una strana sagoma: era una fanciulla saracena, l’unica sopravvissuta a quel naufragio.
Il pescatore la trasse in salvo e la giovane, in segno gratitudine gli donò l’unica cosa che le era rimasta: un sacchetto con dentro dei confetti cannellini, all’epoca sconosciuti a Sorrento.
Grazie a questo gesto di pace e di riconoscenza sarebbe nata la tradizione di confezionare le cosiddette palme di confetti, in segno di buon auspiscio.
Al di là dell’attendibilità della leggenda, tuttavia, questa tradizione – insieme alle tante altre così radicate nella nostra terra – contribuisce a rendere particolarmente suggestiva l’atmosfera che si respira in tutta la Penisola Sorrentina durante il periodo di Pasqua ed a conferire ad essa un ulteriore pizzico di originalità.