Sorta sui resti dell’antico tempio pagano dedicato alla dea Cibele, questa è fra le più antiche chiese della Penisola Sorrentina.
A testimonianza di ciò, l’ara in marmo del I^ sec. rinvenuta proprio qui ed oggi conservata nel Museo Correale di Sorrento.
Edificata sotto il ducato di Sergio II nel 1133, ha conosciuto alterne vicende.
Verso la metà del XIV secolo, ad esempio, essa fu rimessa a nuovo dalla famiglia Capece perché, fino a pochi anni prima, era considerata come un tempio “diruto”.
I danni procurati dall’ invasione saracena del 1558 (in occasione della quale numerosi edifici sorrentini furono saccheggiati e quasi distrutti) e dai terremoti del 1695 e del 1798 hanno quasi completamente fatto perdere il suo aspetto originario.
Recenti lavori di restauro, infatti, hanno consentito il rinvenimento di un arco a sesto acuto e del tetto a capriate che testimoniano l’ utilizzo di uno stile dichiaratamente gotico.
Nel corso del XVIII sec, la chiesa è stata oggetto di numerosi restauri, iniziati dall’ arcivescovo Mons. Filippo Anastasio, dal suo successore, Mons. Silvestro Pepe e dal Card. Antonino Sersale.
La chiesa è sede dell’ Arciconfraternita di Santa Monica che, ogni anno, organizza – nella notte tra il Giovedì ed il Venerdì Santo – una delle più suggestive processioni che caratterizzano l’atmosfera mistica che si respira in Penisola Sorrentina, durante la Settimana Santa.