L’evoluzione del linguaggio pittorico riscontrato nei ritratti si ritrova anche nei paesaggi: al ritorno da Parigi nel 1911-12, con le sue pennellate divise, Curcio mostra quanto abbia assorbito dall’esperienza francese, mostrando la tendenza a individuare piani di colori dai contorni morbidi finanche nel gioco dei contrasti fra la luce e l’ombra, ricca peraltro di riflessi colorati.
Più rare nella produzione di Curcio sono le nature morte, intese come soggetto autonomo, mentre sono abbastanza frequenti all’interno di quadri più complessi.