Con l’Esposizione giovanile che si aprì a Napoli alla fine del 1909 ebbe inizio la cosiddetta
Secessione dei Ventitré, ad opera di un gruppo di coraggiosi giovani artisti, fra cui Curcio.
Questa fu per lui la sua mostra d’esordio, in cui si segnalò all’attenzione del pubblico e della critica, soprattutto per i suoi ritratti femminili.
Il ritratto femminile diventò uno dei suoi temi prediletti e anche quello dove cominciò a sperimentare fin dal 1911-12, all’indomani del ritorno da Parigi, le grandi novità ereditate dall’Impressionismo: ossia le interferenze fra i colori e l’uso delle ombre colorate.
Due vezzi del pittore furono quello di fare delle varianti, a volte anche più di una, dei suoi
dipinti più importanti e quello di nascondere i veri soggetti del quadro dietro titoli vaghi e a volte fuorvianti.
Curcio comincia inoltre ad adottare formati quadrati derivati direttamente dalla Secessione viennese.