Nella Napoli a cavallo dei secoli XIX e XX, in quella che è stata definita la belle époque, si colgono, accanto a rigurgiti passatisti, fermenti di novità, sincere istanze di rinnovamento, spinte giovanilistiche alla ribellione tali da porre la città partenopea in linea con le metropoli europee più moderne.
Napoli si pose all’avanguardia nel settore della comunicazione pubblicitaria con i manifesti, in quello dell’intrattenimento e anche nel campo delle arti visive con i futuristi da una parte e dall’altra con un folto gruppo di giovani artisti su posizioni meno estremistiche, ma ugualmente innovative, più vicine al Postimpressionismo e alla Secessione viennese.
Sono i giovani che diedero vita alla cosiddetta “Secessione dei Ventitrè”, che organizzò nella città partenopea una prima mostra nel 1909 e successivamente altre esposizioni almeno fino al 1921.
Probabilmente questi giovani dovettero formarsi alla Scuola libera di Giuseppe Boschetto.